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Si valuta il taglio di Imu e Tari per gli immobili rigenerati

Niente Imu e Tari sugli immobili oggetto di rigenerazione urbana. È la misura allo studio contenuta nel testo unificato di ddl sulla Rigenerazione urbana depositato in Commissione Ambiente del Senato. L’esame del testo in Commissione entrerà nel vivo con la presentazione entro il 31 marzo degli emendamenti parlamentari.

Si prevedono una serie di incentivi durante il periodo dei lavori di riqualificazione, e il testo stabilisce anche che i Comuni possano alzare le aliquote Imu su “unità immobiliari” o “edifici inutilizzati o incompiuti da oltre cinque anni”. Lo stesso potranno fare le Regioni con l’addizionale Irpef fino a massimo lo 0,2%.

L’obiettivo è quello “di promuovere il riutilizzo del patrimonio immobiliare esistente” e la sua “maggiore efficienza, sicurezza e sostenibilità“. Il testo prevede anche che “ai trasferimenti di immobili nei confronti dei soggetti che attuano interventi di rigenerazione urbana di iniziativa pubblica o di iniziativa privata, si applicano le imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura fissa di euro 200 ciascuna”.

Detrazioni sono previste anche sull’Irpef: “Ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, – si legge – si detrae dall’imposta lorda, fino alla concorrenza del suo ammontare, il 50 per cento dell’importo corrisposto per il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto in relazione all’acquisto di unità immobiliari a destinazione residenziale, di classe energetica A o B ai sensi della normativa vigente, cedute dalle imprese a seguito degli interventi previsti nel piano comunale di rigenerazione urbana”.

La detrazione nel primo periodo è pari al 50 per cento dell’imposta dovuta sul corrispettivo d’acquisto ed è ripartita in dieci quote costanti nell’anno in cui sono state sostenute le spese e nei nove periodi d’imposta successivi.

È inoltre prevista l’istituzione, presso la presidenza del Consiglio, di una cabina di regia nazionale per la rigenerazione urbana, con compiti di supporto tecnico, monitoraggio, valutazione, e per favorire la realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale per la rigenerazione urbana, individuato dallo stesso ddl, così come i Piani comunali di rigenerazione urbana.

Alla cabina di regia partecipano rappresentanti dei ministeri competenti, delle Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano e dei Comuni. Il testo inoltre prevede un Fondo nazionale presso il Mef per la rigenerazione urbana, con una dotazione pari a 500 milioni di euro a decorrere dall’anno 2021 e fino all’anno 2040.

Le risorse del Fondo, si spiega, sono destinate al rimborso delle spese di progettazione degli interventi previsti nei Piani comunali di rigenerazione urbana selezionati; al finanziamento delle spese per la redazione di studi di fattibilità urbanistica ed economico-finanziaria di interventi di rigenerazione urbana; al finanziamento delle opere e dei servizi pubblici o di interesse pubblico e delle iniziative previste dai progetti e dai programmi di rigenerazione urbana selezionati.

Nelle intenzioni dei relatori, Franco Mirabelli (Pd) e Paola Nugnes (Leu), serviranno inoltre al finanziamento delle spese per la demolizione delle opere incongrue, per le quali il comune, a seguito di proposta dei proprietari, abbia accertato l’interesse pubblico e prioritario alla demolizione.

Ma le risorse del Fondo saranno utilizzate anche per la ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico, da destinare alle finalità previste dai Piani comunali di rigenerazione urbana approvati; per l’assegnazione di contributi ai comuni a titolo di rimborso del minor gettito derivante dall’applicazione degli esoneri e/o riduzione degli oneri di urbanizzazione; per specifiche disposizioni che riguardino edilizia abitativa convenzionata.

Fonte: https://tg24.sky.it/economia/2021/03/14/imu-tari-immobili-rigenerati

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